La purezza, leggerezza, fragilità, Haute Couture Givenchy 2011

Catturare l’abbagliante luce del paradiso sembra essere l’obiettivo prefissatosi da Riccardo Tisci per la sua nuova collezione di haute couture creata per Givenchy.

“La purezza, leggerezza, fragilità” sono le parole con le quali Tisci riassume le sue creazioni e le sensazioni che vengono comunicate dagli abiti che hanno richiesto lunghi mesi per la progettazione e realizzazione. L’utilizzo eccezionale del dégradé  sulle bordature che scivolano dal brillante all’opaco e gli accuratissimi ricami impreziositi da perle, cristalli, piume e pennacchi così fitti da sembrare pelliccia sono frutto di un ingegno e di una dedizione che mette in soggezione chi li guarda, donando una bellezza così limpida da catturare immediatamente l’attenzione.

I dieci abiti paradisiaci si rivelano al mondo tra il profumo delle rose appena sbocciate in primavera mentre la musica di Popol Vuh si libra dagli altoparlanti. Abiti nei quali le e intricatissime trame rivelano dettagli strabilianti e ognuno di questi dettagli brilla di una luce sfavillante, ogni singolo punto rivela la potenza visionaria e strabiliante dello stilista e ci guida attraverso i sentieri incantati di un umano paradiso.

Sembrerebbe quasi che attraverso l’abbondanza di luce Tisci abbia sviluppato ulteriormente il suo gusto per la provocazione. Ponendosi la domanda su cosa implichi lo status di creatura angelica, svestendo la purezza per antonomasia e donandole un corpo umano in tutto e per tutto, commistionando alti pensieri con calde membra, costossimi abbellimenti con cerniere in plastica, che riassumono il suo approccio alla tradizionale arte della sartoria.


Photos/foto: Style.com

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